mercoledì 2 novembre 2011

ME...

Giacomo Bevilacqua parla di me.

Di nuovo.

Cliccate QUI se volete leggere cosa dice.

martedì 20 settembre 2011

Ora una favola ai re narrerò, a loro che pure sono assennati.
Ecco quello che lo sparviero disse all'usignolo dal collo screziato
su in alto, fra le nubi portandolo serrato nell'unghie;
quello pietosamente, dagli artigli adunchi trafitto,
piangeva; ma l'altro, violento, gli fece questo discorso:
"Sciagurato, perché ti lamenti? ora sei preda di chi è molto più forte;
andrai là dove io ti porterò, pur essendo tu bravo cantore;
farò pasto di te, se voglio, oppure ti lascerò.
Stolto è chi vuole opporsi ai più forti:
resta senza vittoria e alla vergogna aggiunge dolori".
Così disse il veloce sparviero, l'uccello che vola con le ali distese.

(Esiodo -Le opere e i giorni-)

martedì 13 settembre 2011

immobile

Sono mancata un po, problemi qua e la.
Presto scriverò di nuovo, intanto vi do questo, perchè è molto più mio di quanto chiunque possa pensare:


lunedì 8 agosto 2011

HO QUALCUNO IN CASA

AmoRomA (che è palindromo) 
ad Agosto (che non lo è).
Si svuota.
Trastevere è quasi (quasi) silenziosa.
E io ho un ospite.
Non mi succedeva da settimane.
Si parla del più e del meno.
Me la cavo abbastanza bene.
Strano.
Non mi faccio conoscere facilmente.
Ma con lui mi rimane abbastanza facile, sento che è interessato davvero a capirmi.
Non mi capita spesso.
Ma questo perchè sono sempre io la prima ad allontanare.
All'università mi capita di stare spesso da sola.
Mi piace osservare.
Mi piace capire le interazioni umane.
Ma senza prenderne parte.
Quasi mai almeno.
Prima forse le cose erano diverse.
Ma da un anno a questa parte posso contare su pochissime persone.
Le conto sulle dita di una mano...
,,,,di un allosauro...
Parlo di me.
Il mio ospite è curioso, ma percepisco un interesse del tutto amichevole.
Non c'è malizia nella sua curiosità.
Nè secondi fini.
Quando si impara a fuggire da queste cose, si impara a riconoscerle facilmente.
Quindi so quand'è così.
Gli dico cose.
Cose belle.
Cose brutte.
Cose molto brutte.
Gli parlo di un anno fa.
Gli accenno.
Nulla di più.
Non gli dico dei miei sogni.
Non vi dico dei miei sogni.
Non gli dico delle regole.
Non vi dico delle regole.
Mi dice che dovrei scrivere di più qui sopra.
Dire a voi le stesse cose che dico a lui.
Gli dico che è pazzo.
Mi dice che lo sono io.
Gli dico che si.
Poi prende un foglio e dice 
-perchè non ci disegnamo mentre ci disegnamo?-
-ma non c'è gusto, vinci tu!-
-ma non è mica una gara, è così, per divertimento-
-e allora per divertimento ci scriviamo accanto le cose che ci colpiscono
mentre lo facciamo-
-affare fatto-

Allora per divertimento io disegno lui


e lui disegna me:


Non parla molto. 
Mi ascolta.
La sua curiosità mi disarma.
Così mi alzo e faccio una tisana calda.
Al tiglio.
E ci aggiungiamo la vodka.
Ad Agosto.
E continuo a parlare.
E gli dico cose che (puntini)
Cose che non avevo mai detto a nessuno.
E che magari un giorno dirò anche a voi.
Poi se ne va.
Di lui non so un granchè.
O comunque non chiedo, molto è scritto in giro su internet.
Alla fine l'ho conosciuto così.
Più per quello che fa che per quello che è.
E invece.
Di me lui sa tanto, forse troppo.
Ma magari va bene così.
Mi preparo per andare a dormire. 
Ma non chiudo il mac.
Guardo lo schermo per un po.
E decido di seguire una parte del suo consiglio.
E vi dico quello che vi ho appena detto.
E lo faccio subito.
Prima che cambi idea.
Due sorsi e ho finito il tigliovodka.
Un sorso.
Magari mi aiuterà ad affrontare i miei sogni.
I miei sogni.
Il mio psichiatra non sa.
Punto.
Figuriamoci io.

Un altro sorso.

Buonanotte.
Alla prossima.

L.

domenica 3 luglio 2011

STASERA

Stasera sono un po brilla.
Non ubriaca.
Però un po alticcia.
Ho trovato questa bottiglia di vino bianco in frigo.
Sta li da un po.
Una di quelle bottiglie che ti tieni per occasioni speciali che non arriveranno mai.
E allora mi sono fatta un'insalata "avanzi" (chiamata così per il motivo che pensate)
e mi sono versata un bel po di vino in un bel bicchiere da vino.
Non sono tipa da sbornia triste sia chiaro.
Però sono una un po malinconica di natura.
La casa è un po vuota, e il film è brutto.
Dovrei studiare ma se prima non mi andava, ora il vino mi ha fatto passare proprio la voglia di guardare un libro.
Ho scritto una lettera a mia madre.
La metterò assieme alle altre.
Ho un racconto a metà, ma non mi va di finirlo.
Non stasera.
Dio, sono tornata indietro a correggere almeno 20 volte fino a qui.
Prima ho scritto lerta al posto di "lettera", e ora ho scritto prmia al posto di "prima".
(Rido da sola)
(scusate, sto continuando a ridere)
Aspettate, chiudo le finestre perchè l'estate nei vicoli di trastevere non è silenziosa.
Fatto.
Accendo l'aria condizionata.
Che mi fa venire il mal di testa.
Ma non ho alternative.
Non se voglio respirare.
Oh, oggi sono stata TUTTO il giorno chiusa in casa.
Non ho molti amici.
Non faccio fatica ad ammetterlo, so di essere una persona strana.
Che persona è una che deve seguire cinque regole appena sveglia?
Un po come i pazzi che accendono e spengono le luci un tot di volte
quando entrano in una stanza.
Ecco, io sono una del genere.
Magari un giorno ve ne parlerò.
Nel vecchio blog mettevo solo racconti, e qualcuno si lamentava perchè avrebbe voluto un contatto un po più "intimo" con me.
Ora, sappiate che non sono una che concede contatti "Intimi" così facilmente, però mi sto sforzando molto.
E questo blog vuole essere proprio un banco di prova.
Ovviamente voi non siete i miei migliori amici, e io non sono la vostra.
Però visto che spesso nelle relazioni umane faccia a faccia fallisco miseramente,
ripiego qua.
Che se pure le cose dovessero andare storte, come si dice a Roma "chi s'è visto s'è visto"
no?
Certo.
Senza esserci visti, in questo caso.
Ora il dilemma più grande della giornata:
dato che sto con la camicia da notte dalle tre e mezzo di ieri notte, sarà il caso che mi cambio e scendo a prendere qualcosa da bere qua sotto e interagisca con persone in carne ed ossa?
Oppure rimango così e mi lavo e mi vesto direttamente domattina per andare in Biblioteca?
Ci penso qualche secondo.



Ok.
C'ho pensato.
Domani.
Biblioteca.


Notte.

martedì 21 giugno 2011

WEINHEIM

Sono piccola.
Diciamo cinque anni.
Cammino stando attenta a non
calpestare gli interstizi tra le mattonelle.
Perchè così mi suggeriscono le voci nella testa.
La casa di nonna è molto grande, con enormi finestre e lunghi drappeggi.
E domani sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto questa casa in vita mia.
Appoggio una mano contro il vetro freddo.
C'è una cornacchia su un ramo.
Il cielo è grigio e basso, e brontola.
La casa invece scricchiola.
Come le mie scarpe nere e lucide.
Ho due code degli occhi che e non mi hanno mai ingannata.
Mai.
Ci saranno decine di "boh" attorno a me.
Sono qui, ne sono sicura.
Il problema è che fuggono via come umor vitreo non appena i miei occhi
cercano di metterle a fuoco.
Ora sono in camera di nonna.
Mi arrampico sull'enorme letto a baldacchino e prendo uno specchio
su uno dei comodini di legno scuro.
Poi mi siedo con le spalle alla porta e lo specchio davanti.
Vedo il corridoio buio oltre la stanza, nel riflesso.
Mi immagino uno dei "boh" affacciarsi piano da uno dei lati della porta.
Penso che se mi vede riflessa nello specchio magari non capisce subito che lo sto guardando,
magari riesco a coglierlo di sorpresa e...
E infatti si affaccia, piano, lentamente.
Proprio mentre io sono presa nelle mie elucubrazioni.
Non lo noto subito, si affaccia una volta e si ritrae subito non appena i miei occhi si muovono per
cercarlo nel riflesso dello specchio.
Poi si riaffaccia quasi subito, vuole capire meglio come sono posizionata rispetto a lui.
Lo vedo più chiaramente adesso.
Non credo abbia capito che il riflesso nello specchio sono io che lo guardo.
E allora entra nella camera e mi si avvicina piano.
Ondeggia lentamente e poi si muove a scatti, poi torna ad ondeggiare,
gli occhi sono neri e lontani, e la bocca è aperta
in quello che sembra un sorriso a un centinaio di denti, due file
per l'esattezza, una normale, come la mia e la tua. E una più interna.
E tutti i denti sono appuntiti come schegge di marmo.
Non ho paura, non vuole farmi male.
Mi giro e gli tendo la mano
-ciao, io mi chiamo...-
E a quel punto lo Squalipuomo non c'era più

domenica 19 giugno 2011

LA NUOVA DOMENICA DI GIUGNO

Stamattina quando mi sono svegliata ho avvertito in maniera molto più netta lo stacco tra il sogno e la realtà.
Così netta che ho pensato di cambiare radicalmente alcune cose da questo lato, visto che è quello su cui (in teoria) ho più potere.
A) Ho cancellato il mio vecchio blog di racconti, ho deciso di ricominciare da capo, magari parlando un po più di me. Chi mi seguiva da prima sa che sto raccogliendo tutto in un libro, che uscirà il prossimo anno. Chi non lo sapeva ora lo sa, e chi è nuovo da queste parti, beh, ben arrivato.
B)Sono passata allo yogurt con i biscotti frantumati dentro, so che questa cosa sconvolgerà molti di voi, ma
lo yogurt bianco del carrefour è eccezionale, e il succo d'arancia mi aveva stufato.
C)Ho deciso di riprendere a disegnare, era una cosa che volevo fare da tempo, ma di tempo è da un po di tempo che non ne ho tanto.
Eppure oggi ho sentito l'esigenza farmi il solletico ai palmi, e quindi vi mostro il mio primo esperimento artistico dopo qualche anno di inattività, non ho uno scanner, quindi metto la foto fatta col cellulare, eh lo so...salvo un ipod, un cellulare, e il computer dal quale scrivo, non sono molto tecnologica.
Spero vi piaccia, in realtà è un delirio che mi è venuto in mente mentre dormivo.
Si, quello è un mostro-gelato, e si, sono a dieta.
Questa settimana sono un po impicciata con l'università, ma se riesco, posto un nuovo racconto appena lo finisco.
Baci, e bentornati/benvenuti.

L